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Correlazioni in Medicina



Radiochirurgia per le malformazioni arterovenose cerebrali senza rottura


Ad oggi, le crisi convulsive in relazione a malformazioni arterovenose hanno rappresentato un obiettivo secondario nella maggior parte degli studi.
L’insufficiente valutazione, assieme alla mancanza di una valutazione consistente nell’esito della crisi convulsiva, ha reso difficile trarre conclusioni sull’esito delle crisi dopo radiochirurgia per malformazioni artero-venose.

È stato condotto uno studio per determinare l’effetto della radiochirurgia sull’esito della crisi in base alla obliterazione delle malformazioni arterovenose e sullo sviluppo di una nuova crisi in pazienti con malformazioni arterovenose.

Tra il 1997 e il 2006, 161 pazienti consecutivi sono stati sottoposti a radiochirurgia per malformazioni artero-venose senza rottura.

E’ stata compiuta una valutazione retrospettiva con un follow-up medio di 89.8 mesi.

L’esito della crisi è stato valutato con il sistema di punteggio di Engel della frequenza delle crisi convulsive.

Degli 86 pazienti con una storia di crisi convulsive prima della radiochirurgia, il 76.7% era libero da crisi e il 58.1% libero da farmaci all’ultima visita di follow-up.

Tra i pazienti che avevano raggiunto l’obliterazione delle malformazioni arterovenose, il 96.7% era libero da crisi convulsive, rispetto al 30.8% di quelli che non avevano raggiunto l’obliterazione delle malformazioni arterovenose ( p=0.001).

La proporzione di pazienti liberi da trattamento farmacologico è stata pari all’81.7% dei pazienti con obliterazione e 3.8% di quelli senza obliterazione ( p inferiore a 0.001 ).

Dei 75 pazienti senza storia di crisi convulsive prima della radiochirurgia, 10 sono andati incontro a crisi provocate dovute a influenze radiochirurgiche dirette e indirette dopo l’intervento.

In conclusione, benché la radiochirurgia tenda a causare temporaneamente crisi convulsive, potrebbe migliorare gli esiti delle stesse in pazienti con crisi legate a malformazioni arterovenose, soprattutto in pazienti con obliterazione di tali malformazioni. ( Xagena2012 )

Yang SY et al, Neurology 2012; 78: 1292-1298

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